Proseguendo nella ormai consolidata tradizione di brevi incontri seminariali di discussione su tematiche relative alla polizia e al controllo del territorio (per gli incontri sin qui svolti si veda la sezione “Convegni” di questo sito), si intende quest’anno affrontare l’argomento “Dagli esecutori alla polizia giudiziaria: un lungo percorso”. Questo spunto parte dalla considerazione che negli ultimi anni la ricerca su quella che genericamente possiamo chiamare polizia si è in misura crescente concentrata nell’esame sia delle concrete pratiche, sia degli uomini che ne interpretano le funzioni. Hanno così trovato spazio nella ricerca storica le molte e differenti forme di autodifesa delle comunità, come pure ha avuto risalto l’apporto sempre importante giocato in questo ambito dai militari, sia pure sotto forme organizzative le più varie.
Questo però non toglie che nel medioevo e in genere nel corso di tutto l’antico regime la centralità della funzione giudiziaria facesse sì che il territorio fosse occupato da una categoria professionale, gli esecutori, cui erano attribuiti compiti caso per caso assai diversi, ma sempre in qualche misura volti al controllo del rispetto delle normative, all’esecuzione di disposizioni, anche costrittive, di tribunali, alla denuncia di irregolarità: si andava dagli esecutori di giustizia propriamente detti, quanto di più prossimo a una effettiva polizia allora esistesse, ad altre figure che, pur titolari di incarichi anche molto specifici e apparentemente lontani, almeno in parte si trovavano comunque chiamate a compiti esecutivi e di controllo. Di questo mondo, articolatissimo e quantitativamente importante, si sa ancora relativamente poco. Tante parole si sono spese per denunciarne il comportamento spesso scorretto e l’emarginazione sociale che in alcuni casi li colpiva, ma molto poco si è fatto per analizzare da vicino i concreti compiti di cui erano investiti, il loro sapere professionale, i rapporti con l’autorità dalla quale dipendevano, tribunale, amministrazione civica o magistratura statale che fosse.
Questo mondo degli esecutori in gran parte d’Europa ha cambiato volto a seguito della svolta rivoluzionaria e napoleonica. La delimitazione del potere giudiziario e la scomparsa dell’amministrazione per magistrature ha fatto sì che si aprissero spazi totalmente nuovi nelle forme e nelle pratiche della polizia. Questo, tuttavia, non ha condotto alla scomparsa immediata di queste competenze, né tanto meno delle relative funzioni. Si è assistito a una loro diversa collocazione istituzionale, a importanti cambiamenti nei rapporti con l’autorità da cui dipendevano, a forme del compenso del lavoro secondo altre logiche. Nel contempo le logiche dei nuovi codici penali, lo sviluppo di metodi più complessi e insieme burocratici di controllo delle persone, le necessità di un apparato giudiziario separato dal potere esecutivo rendevano necessario l’apprestamento di uno spazio della polizia professionalmente e funzionalmente coerente con le esigenze dell’amministrazione della giustizia.
L’incontro intende soffermarsi, oltre che sugli esecutori d’età medievale e d’antico regime, anche su questi aspetti, analizzando professionalità, caratteri e funzioni di questa nuova polizia giudiziaria. Ma nello stesso tempo intende continuare a osservare, nello scorcio otto-novecentesco, quale copertura professionale abbiano avuto tante funzioni di controllo del territorio che erano state in precedenza gestite da questi esecutori. Inevitabilmente l’attenzione sarà anche convogliata sulla novità delle polizie municipali istituite in età liberale, che restavano largamente eredi di queste competenze, e sulle successive loro evoluzioni. Naturalmente sarebbe importante che nel seminario trovasse spazio anche l’osservazione del carattere ben diverso che queste politiche del controllo ebbero in una situazione istituzionale molto specifica quale quella del mondo anglosassone.
L’incontro si articolerà su una prima giornata di relazioni (venerdì 6), mentre l’intera sessione del secondo giorno (mattina del 7) sarà dedicata alla libera discussione tra tutti i partecipanti all’incontro. Sarà dunque possibile partecipare sia come relatore e discussant, sia come solo discussant (si prega in questo caso di specificarlo nella risposta). La partecipazione sarà in parte a inviti e in parte ad accesso libero attraverso presentazione di paper.
La sede dell’incontro, che si svolgerà venerdì e sabato 6 e 7 dicembre 2013, sarà l’Università di Messina.
Per proporre un intervento si scriva a livio.antonielli@unimi.it entro il 15 novembre 2013.
Milano, 18 luglio 2013
Livio Antonielli
From Local Constables to Judiciary Policemen: A Long History
As a new stage in our well rooted tradition of short seminaries, discussing the various subjects relating to the police and the control of the territory (the list of the previous meetings may be found on the “Convegni” section of this site), this year we intend to study the theme “From local constables to judiciary police: a long history”. The reason for this choice is that, as it is easy to see, recent research on “the police”, in the most general meaning of the word, has more and more concentrated itself on examining both the most positive practices, and the men who carried out these positive functions. Historical research has therefore given new attention to the different forms of community self-defence, as well as to the important role that has always been played by the military, although in the most various forms of his organization.
This notwithstanding, from the Middle Ages throughout the early modern period, because of the centrality of the judiciary function, the control of the territory was always entrusted to a professional category, the constables (or other executive cops, such the italian “sbirri”) whose tasks could be very varied, but who were always, in a general way, called to assure the respect of norms, the execution of judiciary rules, even through coercion, and the denunciation of every kind of unruliness. The constables or cops were the closest figures then approaching to the modern judiciary operators or policemen, in the their actual task and institutional position; but alongside this main figure there were many other operators who were charged with very specialized and apparently different and separate roles, but who were notwithstanding also called to carry out executive and controlling tasks.
Of this world, which was extremely varied and numerically consistent, very little is known yet. In Italy (where they were scornfully called “sbirri”) and elsewhere they have been much commented upon by historians, both because of their uncivil and dishonest habits, and because of their frequent exclusion from civil society; but very little work has been made to analyze more closely the practical tasks with which they were charged, their professional know-how, their relations with the authorities to whom they obeyed – tribunals, communal authorities, state courts. This world of “cops” or “sbirri” has deeply changed its profile in most of Europe, following the revolutionary and napoleonic changes. The new limits set to the judiciary power, and the abolition of the fusion between administrations and magistracies, has had the effect of opening up entirely new spaces for the operation and organization of the police. This, however, did not lead to the immediate disappearance of the old tasks, nor, much less, of the old functions. Rather, what happened was a change in their institutional position, accompanied by important modifications in the authorities from which they depended, and a new system of payment for their work along more modern lines.
At the same time, the enforcement of the new criminal codes, the development of new and more complex methods for the bureaucratic identification and control of individuals, the need to dissociate the judiciary apparatus from the executive power, made it necessary to open up a space for a police which could be professionally and functionally suitable to the requirements of the administration of justice.
Our meeting intends to discuss these aspects, analyzing professional requirements, characters and functions of this new judiciary police. But at the same time it intends to explore which professional groups continued to cover, in the period between the late nineteenth and the early twentieth century, the multiple tasks of territorial control that had been once carried out by constables and “sbirri”. Therefore, it will be necessary to address our attention to the new municipal polices which were set up in the liberal period, since they were largely the heirs of the old constabulary tasks, and to analyze their progressive history and evolution.
Obviously, it would be important that our meeting could open up to the observation and comparative discussion of the English system of police control, so different in the anglo-saxon world from those of continental Europe.
The meeting will be divided into two days: the first day (Friday 6th) will be occupied by relations, whereas the whole session of the second day (morning, Sunday 7th,) will be entirely dedicated to the free discussion among all the participants to the encounter. Therefore, it will be possible to participate both as spokesmen and discussants, and only as discussants. Participation will be organized partly through invitations, and partly through free access, depending from the presentation of papers.
The meeting will take place at the University of Messina on Friday and Saturday, 6 and 7 December 2013.
Submit your abstract to livio.antonielli@unimi.it until November 15, 2013.
Milan, July 18, 2013
Livio Antonielli